INTERVISTA A CASSIOPEA PRENCIPE
Intervista per Memoria a Cassiopea Prencipe, di Marco Lochi.
Una porta appare da quella strana nebbia multicolore, la apro , so già chi c'è ad attendermi: una donna, una bella donna, è seduta in attesa del suo ospite che sarei io.
Le sorrido, lei risponde alzando delicatamente le labbra, il suo sguardo è profondo, gli occhi chiari sono velati da una sottile tristezza, ma al contempo appaiono sereni. La donna si alza in piedi è alta, parecchio, la stretta è forte, sicura trasmette sincerità, scuote i lunghi capelli dorati come un campo di grano della sua terra, lei è pugliese, foggiana, per la precisione, vive e lavora a Roma in uno dei 2023 del multiverso, questo è quanto mi ha sibilato nella mente Memoria su di lei. Ha un nome strano, insolito, Cassiopea, come un personaggio della mitologia greca, la regina d'Etiopia madre della più famosa Andromeda.
Torna a sedere dietro la sua scrivania, sono un po' in difficoltà, non ho mai intervistato una collega, Cassiopea Prencipe, 34 anni, giornalista e non solo.
ML: «Allora Cassiopea, come mai ti sei trasferita Roma?»
Mi interrompe, piega la testa e porta una ciocca di capelli dietro un orecchio.
CP: «Puoi chiamarmi Cassy.»
Le faccio un cenno d'assenso, lei si tocca il collo del dolcevita e risponde alla mia domanda.
CP: «Fu una scelta quasi obbligata, Roma era la città della mia compagna scomparsa tragicamente durante una missione, sai, facevo parte dell'Esercito Italiano, dopo la sua morte lasciai l'esercito e venni qui, nella sua città.»
ML: «Ed è qui che sei diventata giornalista, giusto?»
CP: «Qui, in questa redazione, ho iniziato l'attività, prima ancora ero una pallavolista professionista ad alti livelli, poi un giorno... un uomo, il mio uomo...»
Interrompe il suo racconto e si passa una mano sugli occhi come a voler scacciare le immagini che gli tornano davanti. Sfila via la mano dagli occhi e riprende a parlare. Il tono è greve.
CP: «Ho sempre saputo quale era il mio orientamento sessuale, ma non mi accettavo, mi misi accanto ad un uomo, quello sbagliato: gli dissi la verità su di me e mi ripagò facendomi del male, dopo quella violenza mi infortunai e la mia carriera terminò, da allora odiai gli uomini. Piano, piano però ho iniziato a capire che non siete tutti uguali.»
Ride, lo sguardo adesso si è rasserenato i suoi fantasmi sembrano essersi allontanati.
ML: «Sei diventata anche una investigatrice privata, qual' è il tuo scopo?»
CP: «Asia, la mia ex compagna sognava di diventare una detective, qui a Roma mi è stato possibile realizzare il suo sogno, e poi quella licenza mi permette di lavorare più agevolmente. Racconto prevalentemente storie di donne vittime di violenza e spesso, ho dovuto svolgere vere e proprie indagini, ho ricevuto molti ingaggi e ho collaborato con le Forze Dell'Ordine.»
ML: «Hai una vita molto movimentata, non c'è che dire. Penso che chi leggerà le tue inchieste di certo non si annoierà.»
Sorride, il suo cellulare squilla, mi fa un gesto gentile con la mano, si alza.
CP: «Una donna ha bisogno del mio aiuto, devo andare, è stato un piacere.»
ML: «Piacere mio, Cassy, spero di rivederti se ricapito nella tua dimensione.»
CP: «Sai dove trovarmi.»
La figura longilinea di Cassy scompare dalla mia vista, inghiottita dalla nebbia multicolore, questa cosa m'inquieta parecchio, non mi ci sono ancora abituato, mi ritrovo in un limbo candido, Memoria mi parla nella mente, devo andare, altre interviste mi attendono.
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